Nella vita di ogni giorno capitano spesso delle situazioni in cui ci viene richiesto di attendere, di aspettare o di temporeggiare, basti pensare a quando facciamo la fila alle poste, mentre siamo al semaforo o quando aspettiamo di arrivare a destinazione sui mezzi pubblici. In tutta onestà, ciò che è più facile notare in queste situazioni sono tante teste chine sullo schermo del cellulare. Talvolta approfittiamo di questi momenti per recuperare del tempo perso, ma molto spesso lo facciamo perché gradualmente stiamo perdendo la dote di saper attendere, di avere pazienza ed anche di poterci annoiare un po’…
Tempo fa il mio pc ormai anziano, caricava le pagine con una lentezza diventata ormai prevedibile e mi ero resa conto che lo stress associato a questo semplice gesto cresceva sempre di più… Il problema è che non riusciamo più a rallentare, a godere di una passeggiata per arrivare a lavoro perché siamo troppo concentrati sulla destinazione, stiamo diventando frenetici, corriamo sempre e non abbiamo mai tempo. Ma qual è il nostro ritmo? il nostro corpo quanto può sostenere questa frenesia senza accusarne il colpo? e soprattutto, siamo sicuri che la strada per un miglior benessere sia proprio la velocità e fare più cose contemporaneamente? A voi la risposta…
Quando ero bambina alla scuola elementare si faceva il gioco del silenzio, oggi ricordo con gratitudine quei momenti “interminabili” in cui un bimbo doveva scegliere un altro compagno che andava alla cattedra per indovinare la mano in cui veniva custodito il gessetto. Colui che veniva scelto era quello più silenzioso, quello che non si muoveva e che attendeva con pazienza. Di fatto veniva premiata la calma.
Allenare la pazienza è sicuramente un mezzo utile per rallentare e imparare a gestire le frustrazioni di ogni tipo. Come possiamo farlo? Possiamo farlo in modo graduale, regalandoci del tempo prima di prendere il cellulare in mano, e mentre attendiamo possiamo dirigere la nostra attenzione al corpo e prestare attenzione a ciò che sentiamo, potrebbe essere una postura scomoda, un piccolo dolore, una percezione di smania verso un qualcosa di poco chiaro e imparare a starci senza allontanarla, imparando a stare con questa frustrazione che sicuramente sappiamo gestire ma non ci permettiamo di sentire. Possiamo anche dirigere la nostra attenzione all’esterno, verso i suoni, i profumi o le persone che ci circondano, diventando consapevoli dei dettagli e delle sfumature della nostra esperienza. Un altro modo utile quando ci sentiamo impazienti potrebbe essere quello contare i nostri respiri, sentire l’aria entrare nei nostri polmoni e godere della serenità che ne consegue se dovessimo avere la “pazienza” di qualche respiro. Potremmo visualizzare la tensione che esce dal nostro corpo insieme all’espirazione per poi abbracciare una sensazione di calma che inizia dolcemente ad avvolgerci.
“Si imparano un sacco di cose, avendo la pazienza di farlo” A. Baricco