Il presente in stand by

Quante volte ci sorprende il pensiero: “Lo farò domani”? Rimandiamo compiti, decisioni, sogni… eppure il tempo scorre silenzioso, tra i respiri della nostra giornata.

La procrastinazione non è pigrizia ma un modo, spesso inconsapevole, con cui la mente cerca di proteggersi dalle emozioni scomode, dall’ansia o dalla paura di non essere all’altezza.

Perché rimandiamo?

Rimandare può nascondere molte verità, tra cui la paura del fallimento che ci trattiene, il perfezionismo che ci paralizza, la scarsa motivazione che ci fa allontanare dai compiti meno piacevoli, o semplicemente il desiderio di evitare il disagio che il compito porta con sé.

Procrastinare è spesso un segnale silenzioso, un invito a guardare dentro di noi, a capire cosa ci frena davvero.

La mindfulness ci offre uno strumento potente ci dà la capacità di fermarci, respirare e osservare il momento presente. Notare la mente che si allontana, ci permette di riportarla delicatamente al qui e ora, accogliere le emozioni spiacevoli senza giudizio e riduce la loro forza. Allenare l’attenzione migliora la concentrazione e la motivazione, trasformando il rimandare in un’azione consapevole.

Non serve avere fretta, la strada si costruisce passo dopo passo, puoi iniziare osservando le emozioni che ti portano a rimandare: conoscerle è già un atto di libertà .

Procrastinare non è un difetto, è un invito a prenderci cura di noi stessi e della nostra relazione con il tempo. Attraverso la mindfulness, possiamo imparare a vivere ogni attimo, a scegliere con presenza e consapevolezza, trasformando i momenti rimandati in momenti pieni di vita.

Come dice Jon Kabat-Zinn: “La vita va vissuta momento per momento.” E forse, smettere di rimandare significa proprio tornare a camminare accanto al presente, senza paura.