I giocatori di scacchi chiamano Zugzwang la situazione in cui un giocatore si trova in difficoltà perché qualsiasi mossa faccia, è costretto a subire scacco matto oppure una perdita, immediata o nel giro di poche mosse. Zugzwang è una parola tedesca che significa “obbligato a muovere”, ma in questo caso la miglior mossa sarebbe appunto non muovere.
In diversi momenti della vita alcuni di noi si possono trovare difronte ad una condizione di questo tipo, in cui ci troviamo davanti ad una scelta tra due o più strade, ed entrambe comportano dei naturali costi o perdite (pratiche ed emotive) e noi rimaniamo immobili, fermi e indecisi, ci sentiamo appunto sotto scacco. Questo può accadere in contesti di vita più svariati, sul lavoro, all’interno di una relazione amicale o sentimentale, nella scelta del luogo dove vivere, nelle relazioni familiari o rispetto a tematiche interne che comprendono valori e significati.
Talvolta questa condizione viene a risolversi grazie ad un evento esterno o ad una persona che sceglie per noi, così il nostro impasse svanisce subendo una decisione che non è nostra. In altre circostanze andiamo incontro all’inevitabile e scegliamo una via, dolorosa, sofferta o complicata, ma ci prendiamo la responsabilità della nostra decisione. Spesso però questo non accade e la condizione di “immobilità” permane e diviene un modo di vivere, nell’attesa che il cambiamento possa trovare il giusto terreno su cui manifestarsi.
Questa condizione si può definire anche come crisi o come stagnazione che viene accompagnata dalla difficoltà nel fluire verso il costante cambiamento che la vita ci richiede. In queste situazioni è fondamentale la profonda comprensione di cosa in noi ha potuto generare questo stato di immobilità per poi permetterci di dare un senso alla nostra resistenza, a ciò che abbiamo timore di lasciare e di ottenere. Per poter fare questo passo è necessario abbandonare il nostro “mondo” conosciuto, rassicurante e stabile, al fine di costruirne un altro, magari migliore o peggiore. Ma una cosa è certa… lo stato precedente non è per noi più possibile. Non possiamo tornare indietro. Così, solo prendendoci la responsabilità di muovere il “pezzo” in modo consapevole, ci offriamo la possibilità di costruire i nostri “mondi possibili” (M. Scalvi).
Quando devi decidere, la migliore scelta che puoi fare è quella giusta, la seconda migliore è quella sbagliata, la peggiore di tutte è non decidere.
Theodore Roosevelt
Marianella Sclavi. Arte di ascoltare e mondi possibili. Bruno Mondadori 2003.