Diverso tempo fa ho avuto modo di leggere “Guarisci te stesso” di Saki Santorelli, uno dei fondatori della Mindfulness per come la conosciamo noi in occidente. Anche se, di fatto, la mindfluness non ha proprietari o fondatori, in quanto è dentro ognuno di noi.
Ricordo che già dalle prime pagine ho sentito una gran voglia di proseguire la lettura, come se le parole lette fossero quelle di cui avevo bisogno in quel momento, come se pian piano alcune sensazioni fossero più vivide solo perché condivise.
Ciò che mi rimane ora a distanza di tempo è la delicatezza e la genuinità con il quale l’autore è stato in grado di trasmettere dei contenuti forti e dolorosi propri di ogni essere umano. Il grande messaggio che permea il libro è quello rivolto a coloro che prestano cura e donano la loro “attenzione” alle persone più sofferenti (medici, infermieri, badanti, volontari, ecc). Emerge infatti una relazione e una visione della reciprocità tra “guaritore e ferito” che ridefinisce le modalità e arricchisce ogni persona che si approccia alla sofferenza. Il prendersi cura diviene una cura e il riconoscimento della propria ferita e del dolore provato dal curante, crea un clima emotivo partecipato e condiviso.
“Paziente e medico sono legati insieme, due poli di una relazione archetipica…. Tutti siamo l’uno il riflesso dell’altro. In ogni medico esiste Un ferito; in ogni paziente, in ogni malato e in ogni essere umano che soffre, dimora un potente Guaritore Interiore. Tali sono i doni dell’essere nati in questo mondo.”
Il libro prosegue con dei racconti sulla sua esperienza nei percorsi di mindfulness (MBSR) e si osserva come, tramite la presenza mentale, la consapevolezza, e la gentilezza con sé stessi, si possa accogliere dentro di noi la ferita che ci accompagna senza venirne sopraffatti, senza scappare dal dolore portato dalla persona che ci domanda aiuto. Solo così, ridefinendo il nostro ruolo possiamo abitare i panni del guaritore, sentendo di essere anche noi sofferenti e talvolta impotenti ma sempre parte di questo dolore.
Man mano che proseguivo nella lettura ho sentito la necessità di rallentare per poter assaporare meglio le parole, gustare le sfumature e interiorizzare il significato che avevano ad hanno per me.
Germer, Siegel e Fulton scrivono: “La Mindfulness deve essere sperimentata, per poterla conoscere“… beh devo dire che la capacità espressiva di Saki Santorelli ci fa avvicinare alla mindfulness con un’apertura di cuore che raggiunge la nostra conoscenza sensoriale ed emotiva come pochi libri hanno la capacità di fare.
Non voltare la testa,
continua a guardare la tua ferita.
Poiché è da lì che la Luce entra in te.
Gialal Al-Din Rumi